CAOS
Società Editrice Barbarossa
Monologo che il protagonista, Eugenio Dorsi, fa di fronte al suo silenzioso amico Lorenzo, un monologo che è uno spietato attacco al mondo moderno. Nessuno viene risparmiato dal Caos! Donne uomini, genitori e figli sono tutti ugualmente schiavi della nuova sacra Triade che degnamente lo rappresenta: Lavoro-Soldi-Potere.
“Seduti a quel tavolo c’erano anche dei ragazzi sui vent’anni. Uno che si aspetta da loro? Che, data l’età, vadano controcorrente e che non prendano tutto per oro colato, che siano, insomma, un po’ contestatori, un po’ ribelli. Invece, caro mio, e avevo già avuto modo di verificarlo in numerose circostanze, non soltanto non sono ribelli, ma sono pure senza idee originali, senza stimoli particolari, senza grandi ideali e incredibilmente pieni di pregiudizi.
Rovistano fra le piccolezze per distinguersi, e per difendere tali insignificanti piccolezze diventano di una faziosità disarmante ma poi, nel complesso, sono uguali gli uni agli altri, uguali ai loro genitori che sono uguali al resto del mondo. Sarebbero questi gli uomini nuovi, gli uomini del futuro? Beh, ti dico allora che il futuro nasce vecchio, perché loro di giovane hanno solo il corpo, per il resto sanno di stantio…
Tutto ciò che dicono è un già sentito, tutto ciò che fanno è un già visto. E dire che per differenziarsi basterebbe traessero ispirazione dal passato: oggi niente è più nuovo dell’antico!” (dal testo)
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